venerdì 7 settembre 2012


 
UN FILM CHE FA CRESCERE E DISCUTERE .
Tempo fa l’Associazione “AssoMoldave” ha promosso la proiezione del film ARRIVEDERCI per i  numerosi moldavi presenti a Roma, nel lodevole intento di contribuire a diffondere la conoscenza dei gravi problemi legati alla migrazione. La proiezione ha creato discussioni e divisioni nelle famiglie e anche molti spettatori entrati in amicizia sono poi usciti senza salutarsi. 
E’ un film che stimola il dialogo e divide spettatori e critica.   Personalmente ho registrato tra gli spettatori moldavi aspri giudizi negativi  sul valore del film con contestazioni soprattutto sulla verità della vicenda raccontata  che a loro giudizio getta sul popolo moldavo solo discredito e considerazioni negative. 
Ho cercato di capire quali erano i motivi che spingevano a rinnegare una realtà che il regista ha effettivamente tratto dalle cronache della stessa Moldova, cronache che ancora oggi narrano di tragici  abbandoni e suicidi quali effetti  di una migrazione disordinata.
Forse non è noto a chi va a vedere il film ma la storia raccontata trae spunto da un fatto vero e le riprese sono state  fatte nello stesso luogo della vicenda, inoltre i due bambini attori erano i compagni di scuola dei veri protagonisti della vicenda, infine le scene della campagna e delle usanze del villaggio sono state girate nei luoghi stessi dove si è svolto il dramma. Insomma è tutto vero, non ci sono ricostruzioni sceniche, la vicenda è vera e i protagonisti non sono attori. Il film è stato girato proprio come venivano girati i film del neorealismo italiano. Quindi non si tratta qui di finzioni come nei film moderni volti a suscitare solo “emozioni forti” e allo stesso tempo attenti a non creare turbamento nelle coscienze per non allontanare lo spettatore.  
E proprio da questa ultima considerazione ho capito che questo film non emoziona i sensi ma le coscienze, è questo il motivo del turbamento di molti moldavi, è per questo motivo che sono indotti a negare la realtà rappresentata nel film.  Potranno anche negare la realtà ma non la potranno più dimenticare perché l’hanno vista, e quindi avendola vissuta emotivamente resterà per sempre incisa nelle loro menti e nelle loro coscienze. 
“NON DIMENTICARE”, questo è il valore e il messaggio che il regista del film JEREGHI  ha consegnato alla storia della Moldova, anche se molti moldavi al cinema ancora vanno per dimenticare, per ignorare la realtà e ricavare solo piacevoli sensazioni emotive per poter continuare a vivere in pace con la propria coscienza. 

Un popolo per essere maturo deve saper riconoscere i propri limiti affinché possa risolverli e quindi crescere, proprio come fa una madre che non ignora mai se il figlio è malato o  ha bisogno di cure. La madre ne prende coscienza e si adopera per risolvere il problema e, se serve, chiede anche aiuto senza alcuna vergogna, con dignità e fierezza per ciò che fa.
Per fortuna in Moldova la maggior parte delle persone non fa tacere la propria coscienza e sempre più il cinema e i mass media stimolano la continua crescita dei moldavi nel raggiungere quella maturità che consente a un popolo di riconoscersi nei propri limiti e nei propri valori.
Alcuni spettatori in sala, per alleviare la propria mal riposta umiliazione sostenevano che anche noi italiani abbiamo i nostri difetti. Verissimo. Ma è anche vero che molti italiani che una volta non accettavano quelle realtà oggi  non  nascondono più nulla, e non ne hanno più vergogna, anzi con orgoglio si voltano indietro ad osservare la strada che hanno fatto. 
Proprio attraverso i film, la televisione e la lettura gli italiani hanno imparato a discutere i propri difetti senza nasconderli o rinnegarli. Ed oggi i nostri difetti non li osserviamo più nel buoi delle sale cinematografiche, vengono annunciati tutti i giorni nei telegiornali e sulla stampa, li commentiamo negli show televisivi dove si illustrano scandali e corruzione, mondezza e mafia, e la politica è oggetto di divertenti spettacoli di satira. In altri termini gli italiani sanno che per combattere i propri limiti, ne devono prendere coscienza senza rinnegarli e senza vergognarsi, perché avere coscienza delle proprie origini e conoscere i propri limiti da ad ogni popolo la possibilità e la forza di migliorarsi.  Presto anche i Moldavi come gli Italiani potranno voltarsi e con orgoglio osservare la strada che hanno fatto. 
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Luigi Neri, 15/03/2009 Roma